Dal 2003 Andy Baio raccoglie dati sulla distribuzione on-line dei film che hanno ricevuto una nomination all’Oscar. Lo scopo della sua ricerca pluriennale è quello di monitorare l’andamento dei leak dei film canditati all’Oscar in relazione alla distribuzione ufficiale.
Primo dato interessante: dopo diversi anni di inutili tentativi, la MPAA sembra essere riuscita nel tentativo di contenere le fughe degli screener sui circuiti P2P. Quest’anno solo 8 film su 33 sono finiti nei siti di file sharing prima della release ufficiale sui canali legali.
Sebbene si sia ridotto drasticamente il numero di film nominati all’Oscar che vengono piratati prima della release ufficiale, ancora è lontana l’idea di una distribuzione valida e capace di sfruttare le potenzialità dei un evento mediale come la notte degli Oscar.
Altro dato interessante: il tempo medio che intercorre dalla distribuzione theatrical al primo leak è diminuito in modo sensibile: da 137 giorni del 2003 si è passati ai 94 del 2012. Tuttavia, se si considera che il risultato è spalmato su un tempo di quasi dieci anni, il traguardo non sembra poi così entusiasmante .
Inoltre, i pirati sembrano impiegare sempre più tempo a piratare i contenuti. Questo dato è correlato alla diminuzione della popolarità delle versioni pirata a bassa qualità: le registrazioni dalla sala hanno sempre meno valore per chi scarica rispetto ai rip di DVD o Blu Ray (e come non essere d’accordo!).
Il resto della ricerca lo trovate su Waxy.
All’MPAA non resta che accorciare il più possibile i tempi di distribuzione dei film sui canali legali soprattutto se si trova a maneggiare titoli dal rendimento moderato al botteghino: questi ultimi generalmente funzionano meglio sui servizi di distribuzione legale e mostrano un appeal minore sui circuiti P2P, se paragonati ai blockbuster.
La questione dei leak dei film candidati agli Oscar mette in rilievo un problea più complesso e ancora inesplorato: rimane da capire se i movie leak possano funzionare come strumento promozionale. Considerato che la maggior parte dei leak è imputabile a un industry insider è stata più volte ventilata l’ipotesi che il leak possa funzionare come strumento di marketing virale, capace di creare rumore e portare persone al cinema, come è successo con Wolverine, Batman: The Dark Knight, e Harry Potter e i doni della morte – Parte 1.
Voi che ne dite?