In principio fu Steal this film e il suo seguito Steal this film part II, una serie di tre documentari (il terzo ancora non pervenuto) su copyright e pirateria. Da quel progetto, Jamie King, produttore e regista dei due film, ha imparato una paio di cose: per esempio, che abbandonare gli intermediari e distribuire direttamente via web può funzionare, che il sistema delle donazioni volontarie non sempre va come dovrebbe andare, ma ha ancora ampi margini di miglioramento; ma soprattutto bisogna ricordarsi che se un film è presente online non significa che tutti lo guarderanno.
Sulla scorta di queste piccole lezioni, nel 2008, il nostro eroe si mette a lavorare a VODO una piattaforma di distribuzione via BitTorrent – prodotta da Channel 4 British Documentary Film Foundation, Arts Council UK e da Emerald Fund – che si avvale del supporto di uTorrent, Limewire e The Pirate Bay. Serve altro? Sì.
Cosa fa VODO
L’obiettivo di VODO è quello di fornire ai creatori di contenuti una piattaforma per la distribuzione free-to-share capace di scoperchiare le potenzialità dei canali P2P e raggiungere così un pubblico potenziale di 65 milioni di persone. Ogni mese la piattaforma distribuisce un film in download gratuito e free-to-share attraverso accordi con altri partner: dal lancio di VODO l’audience mensile media di un film è cresciuta da 150.000 a 850.000 utenti.
VODO inoltre offre:
- una DISCO (distribution coalition) vale a dire un accordo distributivo con un pacchetto di network P2P e altri web distributor capaci di rivolgersi ogni giorno a una bacino d’utenza potenziale talmente vasta da permettere un buon lancio e l’innesco di meccanismi di promozione virale;
- sistemi di promozione dal basso, integrati nella piattaforma, al fine di generare passaparola sui principali social network;
- la possibilità di creare uno VODO Studio ovvero una spazio virtuale con il quale gestire e far crescer una community di utenti interessati a progetti in fase di sviluppo e coinvolgerli nelle dinamiche creative;
- distribuire i contenuti in diversi formati e raccogliere delle donazioni.
Sharing is caring
Il principio alla base di VODO è che la condivisione di file può diventare una forma di cura e tutela di ciò che si apprezza di più. Infatti, la piattaforma cerca di implementare funzionalità di condivisione sociale e innescare dinamiche di passaparola. Gli utenti possono infatti scaricare contenuti, promuoverli ed eventualmente fare una donazione monetaria a supporto del progetto.
Per incentivare i processi di condivisione, VODO ha creato una moneta virtuale, i DO (pronuncia alla Homer Simpson: “Doh!”): il progetto prevede che in futuro i DO possano essere utilizzati per qualsiasi tipo di acquisto; al momento sono uno strumento di compensazione per il lavoro degli influencer più attivi.
Funziona davvero
Alcuni dati su VODO:
- 13.657.669 film scaricati;
- 118.711 utenti attivi;
- 11.850,07 terabyte condivisi.
La piattaforma ha già dimostrato di funzionare nonostante il sistema del volontary donations (Vo Do) non sia tra i più affidabili: Pioneer One, una serie di 6 episodi, ha raccolto più di 88.000 dollari ; The Yes Men Fix The World, invece, ha guadagnato 25.000 dollari in un mese dalla prima P2P release.
VODO riconosce ai produttori di contenuti:
- il 75% delle sponsorizzazioni dirette;
- il 50% della Studio Membership;
- il 50% di tutte le vendite di prodotti fisici venduti attraverso la piattaforma.
VODO non applica licenze esclusive, quindi il prodotto potrà continuare ad essere distribuito anche su altri canali i quali potranno avvantaggiarsi del rumore creato online.
Funzionerà anche per altri progetti? Difficile a dirsi, di certo sappiamo che la P2P release è uno strumento di distribuzione e promozione dal potenziale ancora largamente inesplorato. La capacità di tagliare fuori gli intermediari, unita alla volontà di legittimare e valorizzare pratiche largamente condivise, ma criminalizzate, permette a VODO di giocare sulla leva del coinvolgimento tra produttori di contenuti e pubblici: VODO ha le carte in regola per diventare il nuovo Netflix o il nuovo Kickstarter per le produzioni indie.
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